Qualche giorno fa il celeberrimo co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, ha partecipato al podcast Bankless.
Ad un certo punto il conduttore del podcast ha chiesto a Vitalik delle sue preoccupazioni riguardo lo staking di ETH, e Buterin ha risposto dicendo che non ha tutti i suoi ETH in staking per via del fatto che i wallet multisignature sono complicati.
Vitalik infatti ha sottolineato che per poter mettere in staking i propri ETH su un proprio nodo, le chiavi devono essere pubbliche su un sottosistema online. Per sicurezza quindi bisognerebbe utilizzare un wallet multisig, che però è ancora abbastanza difficile da configurare.
Si riferisce ovviamente solo a chi vuole mettere gli ETH in staking su un proprio nodo, e non a chi li affida a terzi. Tuttavia il rischio in realtà è ancora maggiore per chi li affida a terzi, perchè non può sapere se il custode utilizza effettivamente un wallet multisignature per lo staking.
Va detto che fino ad oggi, da settembre dell’anno scorso, non risulta che siano stati violati dei nodi che fanno la Proof-of-Stake di Ethereum, ma quello che sottolinea Vitalik non può lo stesso essere ignorato.
Oltretutto se si utilizzano wallet multisig configurati correttamente tali rischi non ci sono, ma il punto critico è proprio questo: quanti tra coloro che hanno ETH in staking utilizza per lo staking stesso wallet multisig, o li affida a fornitori di servizi di staking che utilizzano wallet multisig configurati correttamente?
La soluzione, ovviamente, sarà quella di sviluppare una procedura semplificata per la creazione di wallet multisig sicuri da utilizzare per lo staking di ETH.