Bank of China (BoC) è una banca cinese controllata dallo Stato.
BoC ha una sussidiaria, chiamata BOC International (BOCI), che offre servizi di investment banking ed intermediazione mobiliare, ed è interamente controllata da Bank of China.
Quindi BOCI di fatto opera per conto dello Stato cinese.
Oggi si è saputo che BOCI ha emesso delle “note strutturate completamente digitali” per 200 milioni di yuan (CNH). E’ in assoluto il primo istituto finanziario cinese ad emettere un titolo tokenizzato ad Hong Kong.
La cosa importante è che queste note tokenizzate sono state emesse sulla blockchain principale di Ethereum.
Quindi una società completamente controllata dallo Stato cinese ha emesso dei token su Ethereum.
Tutto ciò nonostante il ban sulle crypto ancora ufficialmente in atto in Cina.
Questa iniziativa sembra proprio voler aprire la strada al ritorno della Cina all’interno del settore blockchain, ma stavolta della vera blockchain, quella decentralizzata.
Dopo il ban del 2021 praticamente i cinesi erano dovuti uscire per forza, soprattutto dal trading crypto.
E invece ora non solo gli exchange crypto stanno riaprendo ad Hong Kong, ma anche la Cina mainland sta dando chiari segni di voler riaprire al mondo crypto.
Il fatto è che sembra proprio che questo possa riportare i capitali cinesi sui mercati crypto, creando le condizioni per una nuova possibile bullrun, come scrivevo già poche settimane fa.
Il 2023 potrebbe essere considerato in futuro un vero e proprio anno di svolta per le criptovalute, sia per la Gande Pulizia in corso, sia per il ritorno dei capitali cinesi. E non è un caso che BOCI abbia scelto proprio Ethereum, e non una qualsiasi altra blockchain.
Da notare che oggi il prezzo di ETH dopo la pubblicazione di questa notizia non è ancora risalito, anche perchè i capitali cinesi non sono ancora tornati in massa. Ma l’idea è che la Cina si stia realmente riaprendo al mondo crypto, ed a giovarsene di più potrebbero essere proprio Ethereum e Bitcoin.