Marco Cavicchioli
L’andamento dei mercati crypto dipende in buona misura dalla disponibilità e dai movimenti della liquidità. In altre parole dipende da quanti soldi ci sono, e da dove vanno a finire.
Inoltre in larga misura è collegato strettamente ai mercati statunitensi.
Negli USA in questo momento la politica monetaria è ancora restrittiva, e ciò impedisce che vi sia molta liquidità in circolazione sui mercati finanziari.
Inoltre con i bond statali che rendono il 4,6%, molta liquidità va a finire lì.
Tutto ciò danneggia anche i mercati crypto.
Ma perché la politica monetaria USA è ancora restrittiva, dopo più di due anni di tassi di interesse elevati?
Il motivo è semplice: l’inflazione è ancora elevata.
Ieri si è scoperto addirittura che l’inflazione core (quella che la Fed monitora per decidere la politica monetaria) a gennaio è risalita al 3,3%, mentre ci si aspettava un calo al 3,1%.
Il problema è che Trump ha un ruolo in questa situazione, in particolare con la sua politica estera.
Gli USA hanno una bilancia commerciale con l’estero sbilanciata: importano troppo, ed in proporzione esportano troppo poco.
L’idea di Trump per affrontare questo problema è quella di cercare di ridurre le importazioni imponendo dazi, ma questa NON è affatto una buona idea!
Infatti in questo modo è inevitabile che i prezzi di alcune merci aumentino, e ciò fa salire l’inflazione.
Quindi parte del problema che sta costringendo di fatto la Fed a mantenere restrittiva la sua politica monetaria è la politica estera di Trump basata sui dazi, che a sua volta da un lato fa aumentare l’inflazione, e dall’altro impedisce un incremento della liquidità sui mercati finanziari.
Sarebbe invece molto meglio se, al posto di cercare di limitare le importazioni, Trump spingesse per far aumentare le esportazioni, perché il vero “problema” è proprio lo squilibrio della bilancia commerciale degli USA con l’estero, e non le elevate importazioni di per sé.
Tuttavia con un dollaro ancora molto forte inevitabilmente vengono privilegiate le importazioni, e sfavorite le esportazioni. Sarebbe invece meglio se Trump lasciasse perdere i dazi per sfavorire l’importazione, e cercasse al contrario di far indebolire il dollaro per favorire le esportazioni.
Oltretutto se il dollaro iniziasse ad indebolirsi i mercati finanziari ne trarrebbero giovamento. In particolare il prezzo di Bitcoin potrebbe salire, se il Dollar Index scendesse.
Per questi motivi c’è chi crede che la politica estera di Trump potrebbe cambiare nei prossimi mesi, e passare da una politica anti-importazione ad una politica pro-esportazione, con un conseguente indebolimento del dollaro (attualmente troppo forte).
