Per ora la competizione tra le due piattaforme di microblogging Twitter e Threads non sembra stia portando vantaggi a nessuno dei due contendenti.
Per carità, non vi sono dati pubblici oggettivi con cui fare dei confronti puntuali, ma c’è perlomeno un dato pubblico su cui si può ragionare: le ricerche su Google.
Confrontando i volumi delle ricerche di “twitter” e “threads” negli USA su Google Trends si nota che negli ultimi trenta giorni Threads ha superato Twitter solamente un giorno, ovvero il 6 luglio, giorno del lancio della nuova app di Instagram.
Già il giorno successivo il volume delle ricerche di “threads” negli USA si era ridotto di un terzo, e l’8 luglio si era già ridotto di tre volte rispetto al giorno del lancio. Anzi, a soli due giorni dal lancio il volume delle ricerche di “threads” negli USA era già sceso alla metà di quello di “twitter”.
In seguito oltretutto è sceso ancora, tanto che negli ultimi giorni è un ottavo di quello del 6 luglio, e soprattutto un quinto di quello del rivale.
Tutto ciò nonostante il vero e proprio boom di iscrizioni: cento milioni di iscritti in soli cinque giorni. Ma come è possibile?
Semplice: Threads in realtà è una sorta di “estensione” di Instagram, tanto che potrebbe persino non riuscire a fare concorrenza diretta a Twitter. Instagram ha più di un miliardo di utenti attivi, quindi ci sta che il 10% si sia iscritto subito a questa sua estensione.
Quello che conta però non è il numero di persone che hanno scaricato ed installato l’app, ma quanti la usano realmente tutti i giorni, o comunque con continuità. Chi l’ha scaricata e poi abbandonata in realtà non fa testo.
I numeri di Google Trends suggeriscono che, a fronte di un boom di iscrizioni iniziali, il numero di utenti che sono rimati attivi nei giorni successivi sia solo una modesta frazione, sebbene in realtà Twitter si usi anche via web mentre Threads no.
Comunque anche Twitter non se la passa bene.
Per ammissione dello stesso nuovo proprietario Elon Musk, la società ha ancora cash flow negativo (ovvero spende più di quanto incassa). Ha spiegato che il problema è dovuto soprattutto ad una fortissima riduzione degli incassi, a causa di un calo del 50% delle entrate pubblicitarie, oltre che al pesante carico di debiti.
Ha aggiunto che la necessità primaria in questo momento è quella di raggiungere un flusso di cassa positivo. In altre parole cercheranno soprattutto di incrementare gli incassi, e non è un caso che come nuovo CEO sia stata scelta una persona che ha molta esperienza nel campo della pubblicità online.
In altre parole in questo momento non sembra che se la passino bene nè Twitter, nè Threads.