Marco Cavicchioli
Ieri, a poche ore dalle dichiarazioni del viceministro dell’Economia italiano in merito all’aumento della tassazione sulle plusvalenze crypto, ho lanciato una petizione per chiedere che queste tasse non vengano aumentate.
Nel giro di poche ore ha raccolto velocemente più di mille firme, e nel corso della notte ha superato anche le duemila.
La petizione chiede semplicemente di non cambiare l’attuale tassazione crypto in Italia, e di lasciare quindi l’aliquota sulle plusvalenze al 26%. Il governo invece vuole portarla al 42%.
Per chi la volesse firmare o supportare il link da seguire è questo:
https://chng.it/zkgvGZBZHk
2.000 firme in meno di 24 ore è già un buon traguardo, ma non è nemmeno lontanamente sufficiente per far sì che al governo italiano questa petizione possa interessare.
Occorrerebbe infatti che a firmare fosse un numero di persone così elevato da far temere alle attuali forze di governo di perdere voti qualora approvassero definitivamente la misura. Non c’è un traguardo preciso, ma le firme devono essere davvero molte affinchè il governo possa spaventarsi e temere di perdere consensi.
In realtà però l’obiettivo della petizione è un altro, molto più banale: convincere il governo a togliere questa misura dal testo che verrà presentato in Parlamento per l’approvazione.
Attualmente la misura non è ancora stata approvata, ed è possibile che possa esserlo solamente tra circa due mesi. In altre parole, ci sono due mesi di tempo per convincere il governo a rimuoverla.
La petizione serve proprio solo a questo: convincere il governo a rimuoverla dal testo che verrà portato in Parlamento per l’approvazione, pena la perdita di consensi. Dobbiamo fargli capire che a noi questa misura non piace, e non la vogliamo.
L’unico modo per convincerli è essere in tanti, quindi occorre non solo che firmiamo, ma anche che promuoviamo la petizione a più non posso.
