Sul sito ufficiale del Comune di Napoli è comparsa una “chiamata pubblica” per istituire “un gruppo di studio su blockchain e criptovalute”. L’obiettivo sarebbe quello di gestire il pagamento dei musei cittadini con la massima trasparenza.
In realtà il progetto annunciato sembrerebbe avere anche altre ambizioni. Si parla addirittura di “democrazia di prossimità” (che, a dirla tutta, però sembra più una “sparata” che qualcosa di concreto) con l’obiettivo di rendere possibile “l’iniziativa e la decisione diretta dei cittadini sulle questioni di interesse pubblico”. Addirittura immaginano di garantire “una reale partecipazione popolare alla vita collettiva” attraverso la blockchain, anche se non dicono assolutamente come vorrebbero arrivarci, definendo questa tecnologia “la base di un modello di autogoverno che metta al centro dei processi decisionali il volere del popolo sovrano”. Questo è a tutti gli effetti “politichese”, ed ha tanto il sapore di campagna elettorale (sebbene non vi siano elezioni all’orizzonte).
Tuttavia, correttamente, aggiungono che attualmente non esiste ancora un’adeguata conoscenza di queste tecnologie all’interno della pubblica amministrazione, e che, se ben applicata, questa potrebbe contribuire al miglioramento delle attività svolte. Questo è il vero motivo per cui il Comune di Napoli ha scelto di promuovere un gruppo di studio su tali argomenti, chiedendo ad associazioni, università, centri di ricerca, studiosi, cultori della materia a manifestare la propria disponibilità ad aderire a tale gruppo di lavoro, inviando una richiesta direttamente dal sito. Il gruppo avrà il compito di elaborare obiettivi legati alla tecnologia blockchain, tra cui:
- l’utilizzo della blockchain nei processi amministrativi della macchina comunale
- i pagamenti in criptovalute per l’accesso ai musei comunali o per pagamenti di servizi
- una raccolta fondi basata su criptovalute
- una nuova criptovaluta (ICO) legata all’economia della città.
I primi due obiettivi sembrano decisamente realistici (e non addirittura lodevoli). Sul terzo ed il quarto potrebbe essere lecito nutrire forti dubbi.
Infatti il terzo punto suona molto come il tentativo di aumentare il debito cercando di non doverlo dichiarare a bilancio (cosa che molto probabilmente non sarebbe consentita). Ed il quarto molto probabilmente sarebbe addirittura vietato dalla BCE, come Draghi ebbe già modo di dire riguardo una proposta simile dell’Estonia. Infatti nell’area Euro nessuna istituzione statale può emettere una propria moneta.
Si spera che gli esperti che daranno la loro disponibilità a partecipare a questo gruppo facciano presente le criticità insite negli ultimi due punti.
Fonte: www.comune.napoli.it/blockchain