Oggi La Repubblica ha pubblicato un altro articolo contro Bitcoin e criptovalute, intitolato “Bitcoin & Co., se le antimonete liberano solo i criminali”, sempre a cura di Tito Boeri e Roberto Perotti.
Stavolta l’articolo dà praticamente del criminale a tutti coloro che utilizzano le criptovalute.
L’articolo non è pubblico, ma è a pagamento, nel senso che la lettura è riservata agli abbonati premium. E’ possibile quindi che la strategia del giornale sia quella di convincere gli utenti ad abbonarsi pubblicando articoli sensazionalistici che instillino nell’utente un forte desiderio di lettura.
Bisogna ricordare che nel precedente articolo contro Bitcoin a firma di Tito Boeri e Roberto Perotti c’era anche un evidente intento propagandistico nei confronti dell’euro digitale, che tuttavia non potrà essere in alcun modo un concorrente di Bitcoin.
Oltretutto i due autori, davvero poco esperti di Bitcoin, continuano a compiere il grave errore di paragonarlo alle altre criptovalute, ovvero di mettere allo stesso livello altcoin, shitcoin e Bitcoin, mentre invece Bitcoin è una cosa, e le altcoin un’altra (e le shitcoin un’altra ancora). Ad esempio fingono di dimenticarsi che Bitcoin è già valuta a corso legale in due Stati al mondo, sebbene poco rilevanti come El Salvador e Repubblica Centrafricana.
Il problema è che la stragrande maggioranza dei lettori non sa distinguere la propaganda (che spesso è menzogna) dall’informazione, e quindi tende e credere scorrettamente che questa sia informazione.