Giusto un paio di giorni fa raccontavo sul Cryptonomist che il Procuratore dello Stato di New York aveva inviato un questionario a 13 exchange operanti negli Stati Uniti per chiedere loro informazioni sul loro operato. Tra questi 13 c’era anche Kraken.
A stretto giro il CEO di Kraken, Jesse Powell, ha risposto “mandando a quel paese” il Procuratore…
Innanzitutto ha dichiarato esplicitamente che non ha intenzione di rispondere al questionario. La maggior parte degli altri exchange invece ha già fatto sapere che compilerà il questionario. Ma Powell ha aggiunto:
“Mi sono reso conto che abbiamo preso una saggia decisione di uscire da New York tre anni fa, così che possiamo schivare anche questo proiettile”.
Infatti già nel 2015 Kraken decise di uscire dallo Stato (ovvero di non consentire più ad utenti residenti nello Stato di New York di poter operare sulla sua piattaforma) a causa della cosiddetta BitLicense, ed oggi a tal proposito Powell commenta dicendo che “l’uscita di Kraken dalla BitLicense paga un altro dividendo oggi”. All’epoca addirittura in un post sul proprio blog definì la BitLicence “una creatura così disgustosa, così crudele che nemmeno Kraken possiede il coraggio o la forza per affrontare i suoi denti cattivi, grandi e appuntiti”.
Va ricordato che Kraken non è stato il solo exchange ad aver lasciato lo Stato di New York a causa del BitLicense.
A tal proposito i legislatori dello Stato stanno prendendo in esame una possibile revisione del quadro normativo: durante una tavola rotonda in febbraio, le parti interessate del settore hanno protestato contro la BitLicense, sollecitando i senatori dello Stato ad immaginare come potrebbe essere rielaborata alla luce delle loro preoccupazioni.
Fonte: www.coindesk.com/kraken-ceo-crypto-exchange-wont-comply-with-new-york-inquiry