Alcune persone (non poche) sono convinte che le criptovalute non siano poi questa grande invenzione, mentre la blockchain invece potrebbe esserlo.
Altri invece pensano che senza le criptovalute la blockchain non abbia senso, e non verrà utilizzata in altri ambiti oltre a quelli finanziari.
Beh, queste due ipotesi potrebbero anche essere entrambe sbagliate. O entrambe giuste, da un altro punto di vista…
In effetti gli ambiti in cui avrebbe senso sviluppare una piattaforma basata su blockchain in modo completamente slegato dalle criptovalute sono a dire il vero piuttosto pochi. In altri termini le blockchain senza criptovalute potrebbero essere un’eccezione, ma questo in realtà non significa che verranno usate solo in ambito finanziario.
Quando ho avuto l’onore di intervistare il guru della blockchain William Mougayar dalla sua visione ho capito una cosa: blockchain non è solo una tecnologia, ma una piattaforma. Anzi, oserei dire che diventerà un’infrastruttura!
Cosa c’entra questo con il nostro discorso? C’entra perchè se immaginiamo le blockchain già esistenti (come quella di Bitcoin o Ethereum) come un’infrastruttura, e non solo come una soluzione tecnica, possiamo immaginare un futuro in cui moltissime applicazioni verranno sviluppate su queste infrastrutture, sfruttando il fatto che esistono già, e funzionano bene. Come tra l’altro qualcuno sta già facendo, ad esempio in Svizzera, o anche in Italia.
Infatti, per chi non lo sapesse, una piattaforma basata su blockchain può anche già attualmente essere utilizzata per altri scopi, oltre a quello di creare e gestire una criptovaluta. Questo ad esempio lo ha capito benissimo Vitalik Buterin, quando ha creato Ethereum, che non è una criptovaluta, ma una piattaforma informatica globale decentralizzata.
In questo scenario allora a cosa servono le criptovalute? Servono a pagare la blockchain. Ovvero, servono a ricompensare chi gestisce e tiene in vita la blockchain (ovvero i miners, e magari i full node). Un po’ come pagare per utilizzare un servizio che le piattaforme basate su blockchain già offrono (Bitcoin e Ethereum in primis).
Ecco quindi che in futuro potremmo utilizzare transazioni in Bitcoin e Ethereum come base su cui sviluppare interi nuovi strumenti, tipo i due citati prima (il voto in Svizzera, ed i documenti condominiali in Italia), e le criptovalute come moneta per pagare queste transazioni, ogni volta che ne viene utilizzata una.
Questo processo si chiama “tokenizzazione” e consiste nello sfruttare i token che vengono utilizzati sulle piattaforma basate su blockchain per sfruttarne le loro caratteristiche peculiari (unicità, non falsificabilità, immutabilità, sicurezza, condivisibilità, tracciabilità, piena aderenza ad uno standard, trustless). In questo scenario le blockchain decentralizzate potrebbero avere un futuro di gran lunga più splendente di quanto molti oggi non siano in grado di immaginare.