Il Petro oramai esiste. Non ha ancora fatto il suo esordio sui mercati (perchè è di fatto ancora in fase di ICO), ma va considerato un token a tutti gli effetti. Le autorità di Caracas affermano di aver raccolto 735 milioni di dollari con la pre-vendita del token, ricevendo più di 200.000 ordini da 133 paesi.
Secondo bitcoin.com, funzionari di Venezuela e Russia, durante la commissione intergovernativa bilaterale che si è riunita nel fine settimana a Caracas, avrebbero valutato anche possibili investimenti russi nel token venezuelano.
Il paese sudamericano ha bisogno di ricambi per i camion russi Kamaz, ed intenderebbe pagarli in Petro. Il token sarà utilizzato per acquistare pneumatici, batterie ed altri pezzi di ricambio. Il ministro venezuelano del commercio estero Jose Vielma Mora ha dichiarato esplicitamente che la cooperazione tra i due paesi include pagamenti in Petro.
Venezuela e Russia vogliono aumentare il volume del commercio bilaterale del 30 percento quest’anno. Le due parti hanno discusso altri progetti strategici, tra cui un’alleanza tra le compagnie energetiche Rosneft e Petroleos de Venezuela. I rapporti economici saranno ampliati nonostante le sanzioni occidentali imposte a entrambe le nazioni (il mese scorso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta ai cittadini americani di utilizzare il Petro).
Il Petro può essere acquistato con rubli russi, yuan cinesi, lire turche e euro, nonché con criptovalute come bitcoin. Maduro ha annunciato la creazione di quattro zone economiche esclusive in cui sarà accettato come mezzo di pagamento. I venezuelani potranno comprare case e altri beni con il Petro (le offerte immobiliari saranno autorizzate a partire dal 20 aprile).
Fonte: news.bitcoin.com/venezuela-to-use-the-petro-to-buy-auto-parts-from-russia