No, non è uno scherzo (purtroppo): la Russian Cryptocurrency and Blockchain Association (RACIB) ha assegnato al Petro venezuelano il Satoshi Nakamoto Prize per il suo “eccezionale contributo allo sviluppo dell’industria blockchain”.
Definire “controversa” questa assegnazione è un eufemismo: infatti ad oggi nessuno ha ancora visto il Petro, tanto che esiste persino chi sostiene che potrebbe nemmeno esistere! Se nessuno lo ha ancora visto circolare, come è possibile giudicarlo, tanto addirittura da premiarlo?
E’ evidente che si tratti solo di una mossa politica: non dimentichiamoci infatti che la Russia è uno dei pochi Stati che appoggia il governo di Maduro (gli USA addirittura hanno vietato l’acquisto di token Petro ai propri cittadini). I rapporti del Venezuela con la Russia invece paiono molto stretti, in particolare proprio in merito all’utilizzo di questa nuova criptovaluta.
Nel frattempo mentre nessun venezuelano ha ancora visto un singolo token del Petro, la moneta nazionale venezuelana nel solo primo trimestre 2018 (ovvero gennaio, febbraio e marzo) ha subito un’iperinflazione addirittura del 454%! In altre parole i prezzi in Bolivar in Venezuela sono quasi quintuplicati in 3 mesi, e questo sta continuando di fatto ad impoverire il popolo venezuelano: il Petro potrebbe avere un ruolo nell’arrestare questo impoverimento, se non fosse inflattivo e venisse distribuito ai venezuelani al posto dei Bolivar. Ma, per ora, a quanto pare non è così.
Fonte: www.ccn.com/el-petro-the-venezuelan-cryptocurrency-receives-the-satoshi-nakamoto-prize-in-russia