Ho trovato un articolo di Business Insider del 2012 in cui gli autori Matthew BishopMichael Green dell’Economist dicono la seguente cosa:
“Il denaro non è qualcosa di assoluto. È una tecnologia che è cambiata nel corso dei millenni per soddisfare la nostra crescente esigenza di un’unità di conto, mezzo di scambio e riserva di valore. Quella tecnologia ha dovuto adattarsi ai cambiamenti nel mondo reale. L’ascesa della democrazia ha spinto l’abbandono del gold standard come sistema monetario che, pur proteggendo il valore del denaro, era troppo rigido per i moderni stati sociali”.
Infatti una volta, quando le monete avevano un valore intrinseco, perchè costituite da metallo con un valore proprio, non erano una vera e propria “tecnologia”. Erano insomma soltanto mezzi di scambio: oggetti dotati di valore commerciale che, in quanto tali, potevano essere utilizzati come pagamento per gli acquisti. In altri termini erano merce-moneta, che in teoria poteva anche essere utilizzata come merce, oltre che come moneta.
Ma la merce-moneta ha grossi limiti.
Primo: come ci si assicura del suo valore? Se ti offrono in pagamento una moneta d’oro come fai ad essere sicuro che sia oro al 100%? Se non riesci a verificarlo la truffa è servita…
Secondo: come ci si assicura della sua quantità? Mica mi devo portare in giro una bilancia per pesare ogni volta le monete che ricevo…
Terzo: la scomodità. E se volessi acquistare qualcosa che costa solo mezza moneta d’oro, o ad esempio un centesimo, che faccio? Prendo le tronchesi e la seziono? Mhm…
Per questo sono state inventate prima le monete metalliche che rappresentavano un preciso valore, ma senza necessariamente averlo (ovvero monete sulle quali c’era scritto un valore che in realtà non corrispondeva a quello del metallo di cui erano fatte), e poi addirittura le banconote, praticamente prive di valore intrinseco.
Ecco, le banconote sono una tecnologia! Come dicono Bishop e Green sono un adattamento artificiale dell’uomo introdotto per risolvere dei problemi. Tanto che addirittura, all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso le medesime banconote hanno persino smesso di essere convertibili in oro, sia perchè non c’era alcuna necessità che lo fossero, sia soprattutto perchè tanto, convertibili o non convertibili, erano una tecnologia che funzionava nello stesso identico modo.
Le criptovalute (Bitcoin in primis) sono molto simili alle banconote cosiddette “fiat”, ovvero non convertibili in oro, totalmente prive di valore intrinseco. Certo, Bitcoin non è una buona unità di conto, e ci possono essere ancora dubbi riguardo il fatto che sia una buona riserva di valore (anche se su questo pare che siamo sulla buona strada). Però è un mezzo di scambio, e su questo non ci piove.
Tanto che la miglior definizione finanziaria che probabilmente sia stata creata fino ad ora di Bitcoin (quella della FINMA svizzera) è proprio quella di essere un “token di pagamento“. Quindi allo stato attuale Bitcoin è denaro, ovvero uno strumento tecnologico che può essere utilizzato come mezzo di pagamento. Inoltre più si diffonderà Lightning Network, più Bitcoin verrà utilizzato proprio come token di pagamento (che è la sua vera natura).
Con il tempo, la diffusione, e l’utilizzo, probabilmente la volatilità del suo valore si ridurrà, tanto che forse prima o poi potrebbe anche diventare una buona unità di misura (ma in questo le valute gestite da una Banca Centrale avranno sempre un enorme vantaggio, proprio perchè c’è qualcuno incaricato di tenerne molto bassa la volatilità). Ma anche se così non fosse potrebbe non essere un problema: se Bitcoin confermerà il suo trend di crescita del valore nel tempo, diventerà veramente una buona riserva di valore, e se così fosse il fatto di non essere una buona unità di misura (e quindi non essere moneta in senso stretto) sarà poco rilevante.