Tim Draper è un investitore americano molto conosciuto, tanto da essere considerato da alcuni una “leggenda” della Silicon Valley. Infatti è noto per il suo fiuto per i business emergenti legati ad Internet (è stato infatti uno dei primi ad esempio ad investire in Skype, Tesla o Robinhood). Ultimamente si sta occupando soprattutto di investimenti nel settore delle criptovalute (pertanto è di parte).
Nel 2014 ha comprato quasi 30mila bitcoin ad un’asta di US Marshals, ed a Dicembre 2017 ha dichiarato di essere ancora in possesso di tutti quei token: se fosse vero oggi deterrebbe BTC per un valore complessivo superiore ai 300 milioni di dollari.
Intervistato dalla CNBC ha dichiarato:
“Tra cinque anni entrerai da Starbucks e proverai a pagare un caffè con una moneta governativa (come il dollaro USA): il barista ti deriderà, e ti dirà: “Cos’è questo? Stai contando i penny? Mi stai dando conchiglie?
Tra cinque anni nessuno di noi userà più monete fiat. Poiché tutto questo sforzo ingegneristico, tutta questa eccitazione, questo focus è concentrato su Bitcoin e sulle altre criptovalute, e penso che saranno queste quelle che useremo tutti per pagare”.
Non è un caso che proprio il presidente esecutivo di Starbucks, Howard Schultz, abbia accennato negli ultimi due mesi alla possibilità che la società potrebbe utilizzare la tecnologia blockchain per creare un proprio strumento di pagamento…
Inoltre ha aggiunto:
“Questo è il settore più entusiasmante che abbia mai visto come investitore, ed è proprio come era all’inizio della diffusione di Internet“.
Ripetiamo il concetto: Draper è di parte, quindi non è necessariamente obiettivo in queste dichiarazioni. Ma è innegabile che sia una fonte autorevole: quindi potrebbe anche sbagliarsi, ma non ha senso ignorare queste sue previsioni.
Forse ha esagerato un po’ sia con le tempistiche (5 anni sembrano davvero troppo pochi – anzi pochissimi – perchè possa avvenire un tale cambiamento), sia con la visione (le criptovalute difficilmente sostituiranno in toto le valute fiat). Anche perchè ad oggi molto probabilmente buona parte dei clienti di Starbucks paga già con dollari digitali (carte di credito, bancomat, ecc.) e non con i contanti metallici o cartacei. Ma non bisogna dimenticarsi che, ad esempio, le commissioni di incasso che ogni anno Starbucks versa ai circuiti di pagamento internazionali probabilmente sono molto elevate, quindi con un proprio sistema di pagamento (magari basato su App, e su una propria criptovaluta) potrebbe risparmiare milioni!
Ci diamo appuntamento qui, tra 5 anni, per giudicare la previsione di Draper?