Ieri, domenica 14 maggio 2023, si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Turchia.
Si tratta di un’elezione di enorme importanza per il Paese, perchè il presidente Recep Tayyip Erdogan, in carica di fatto da 20 anni, non è riuscito a vincere, ed al ballottaggio potrebbe persino rischiare di perdere.
Qualche giorno fa il sito di informazione locale KisaDalga.net ha riferito che lo sfidante di Erdogan, Kemal Kilicdaroglu, ha accusato lo staff elettorale del presidente di aver creato immagini e video deepfake ed averli distribuiti sul DarkWeb perchè venissero diffusi online.
Il consigliere capo di Kilicdaroglu, Tuncay Özkan, ha poi aggiunto che avrebbero scoperto coloro che sono stati pagati per distribuire questo materiale propagandistico falso, e che sarebbero stati pagati in Bitcoin. Ha anche affermato che i fondi sono stati poi trasferiti ad agenzie internazionali situate all’estero.
La notizia per ora non è confermata, e potrebbe a sua volta trattarsi anche solamente di una bufala propagandistica. Tuttavia, dato il contesto, non appare affatto implausibile.
Il ricorso a Bitcoin probabilmente è stato necessario per evitare che tali transazioni destassero sospetti, dato che è possibile che i destinatari fossero persone note alle autorità, o che non volessero che si sapesse che hanno intascato denaro proprio poco prima delle elezioni.
I deepfake sono immagini, audio o video creati artificialmente, e quindi falsi, ma indistinguibili ad occhi poco attenti dai contenuti veri, perchè realizzati estremamente bene.
Il DarkWeb è quella porzione di World Wide Web in cui domina l’anonimato.
Da notare infine che la valuta locale turca, ovvero la lira turca (TRY), si sta svalutando enormemente fin dalla fine del 2021, con un tasso di inflazione annuo schizzato addirittura sopra l’85% a fine 2022. Ora è “sceso” al 43%.
Non è un caso quindi che l’attuale prezzo di Bitcoin in lire turche non sia molto distante dai massimi assoluti del 2021.