Oggi arrivano un paio di buone notizie dai mercati finanziari degli Stati Uniti d’America.
Anzi, non si tratta di vere e proprie notizie clamorose, nè di notizie particolarmente importanti, ma si tratta solamente di segnali positivi, che però sono pur sempre positivi.
Il primo è che ormai da due settimane la Fed ha smesso di ritirare liquidità dai mercati finanziari.
Analizzando il grafico del bilancio della banca centrale degli USA si scopre che è fermo dalla settimana del 31 maggio. L’ultimo calo risale alla settimana del 24.
Oltretutto l’attuale livello di circa 8.380 miliardi di dollari è ancora superiore agli 8.340 miliardi di marzo, ovvero prima che la Fed fosse costretta ad emettere altri 300 miliardi per far fronte alla crisi bancaria.
Forse non è un caso che proprio a partire dal 25 maggio il Nasdaq abbia inanellato una serie consecutiva di sedute positive quasi ininterrotte, fino a ieri compreso.
Il secondo è che si sta riducendo la liquidità che la Fed drena dal mercato a causa dei Reverse Repo.
I Reverse Repo Overnight consentono alle banche di depositare liquidità presso la Fed durante la notte, ovvero a mercati finanziari tradizionali chiusi. Quindi di fatto tolgono liquidità soprattutto da quei mercati che sono aperti anche di notte (come quelli crypto).
Forse sono stati proprio questi Repo ad aver innescato il bear-market del 2022 (ma non ne sono la vera causa).
Analizzando il grafico degli Overnight Reverse Repurchase Agreements della Fed (RRPONTSYD) si nota che a partire dal primo di giugno sono in calo.
C’è già stato un calo simile a gennaio, e forse non a caso è stato proprio il mese della prima risalita dei prezzi del 2023. A partire dalla fine di febbraio erano tornati a crescere, ed a partire dalla fine di marzo erano rimasti stabili ed alti fino a fine maggio, ovvero guarda caso proprio il periodo di durata dell’attuale fase di lateralizzazione di Bitcoin (che comunque è ancora in corso).
Dato che la liquidità che circola sui mercati finanziati sembra essere il singolo driver che influenza maggiormente il valore di mercato di Bitcoin, questi due segnali possono far ritenere che vi potrebbero già essere le condizioni per la fine del periodo di lateralizzazione che va avanti da tre mesi, con una possibile spinta verso l’alto.
Tuttavia dato che stiamo parlando di movimenti di liquidità molto limitati (+11%), e visto che Bitcoin potrebbe non essere l’unico asset a trarne giovamento, potrebbero non bastare a farne risalire il prezzo sul breve periodo.