L’idea proviene dagli USA, dove una società ha inviato una richiesta alla Federal Election Commission per chiedere l’approvazione di una nuova modalità di finanziamento delle campagne elettorali.
Funziona in questo modo:
- sul sito del partito, o del comitato elettorale, da finanziare si carica una pagina con uno script di mining
- su questa pagina si avvisa l’utente che visitandola minerà a favore del partito o del comitato
- si invitano i “donatori” a visitare quella pagina.
Punto. Tutto qua.
Il sistema può utilizzare uno di quei codici che consentono di utilizzare la potenza di calcolo del dispositivo dell’utente per minare Monero: l’importante è che l’utente sia esplicitamente avvisato che visitando quella pagina starà minando per conto del proprietario del sito, mentre sarà poi questo ad incassare gli eventuali token guadagnati con il mining. Se l’utente è avvisato, ed è d’accordo, la procedura non è affatto illecita.
Certo, il sistema funziona solo se tanti utenti si collegano a quella pagina per tanto tempo, ma in teoria i grossi partiti dovrebbero avere milioni di sostenitori… Di fatto gli utenti in questo modo prestano al sito la potenza di calcolo dei loro dispositivi, e regalano l’energia elettrica da loro utilizzata, e così il sito può minare Monero. I token raccolti poi possono essere spesi, o convertiti in Bitcoin o in valuta fiat (Euro, Dollari, ecc.).
Tutti coloro che volessero maggiori informazioni a riguardo possono contattarci per chiederci una consulenza a riguardo, ma già da ora possiamo affermare che, qualora la richiesta di Osia Network venisse accettata, questa potrebbe anche diventare la “killer application” delle criptovalute, visto che i partiti sono alla continua ricerca di fonti di finanziamento, e sono in grado di influenzare le scelte politiche dei paesi, anche a livello normativo. Se questa prassi dovesse diffondersi la predisposizione della politica nei confronti delle criptovalute potrebbe cambiare radicalmente avvicinando molto i due mondi. Insomma, se son rose… FIORIRANNO!