Qualche giorno fa è stato pubblicato un mio articolo sul Cryptonomist in cui raccontavo la storia di un milionario che ha “imboscato” così bene le chiavi private dei suoi wallet che, dopo la sua improvvisa morte, nessuno è stato in grado di recuperarle.
In altre parole sebbene gli eredi abbiano diritto al possesso dei suoi token, se non riescono a trovare le chiavi private non possono tecnicamente utilizzarli. Insomma, quei token potrebbero essere andati perduti per sempre.
In realtà materialmente i token non sono scomparsi: sono ancora lì, nella blockchain! Però visto che possono essere utilizzati SOLO da chi dispone delle chiavi private degli indirizzi pubblici a cui sono assegnati, senza le chiavi private sono di fatto inutilizzabili. Da chiunque, e per sempre…
Pertanto se gli eredi non riusciranno a trovare le chiavi private degli indirizzi pubblici, o il seed dei wallet, o il modo di accedere ai wallet in cui sono conservati i token, per loro non ci sarà modo di entrare pienamente in possesso dei token che hanno legalmente ereditato, e non potranno mai più utilizzarli.
Il concetto di base è che con le criptovalute il proprio denaro non viene affidato in custodia (o in gestione) ad una banca, o ad un soggetto terzo dal quale possono essere sempre recuperati (anche dagli eredi). Con Bitcoin ognuno è la banca di sè stesso, quindi spetta a chi li detiene conservarli, proteggerli, ed assicurarsi che siano accessibili anche dai propri eredi. Ovvero se chi possiede token di criptovalute non trova un modo per assicurarsi che i propri eredi, in caso di sua morte, possano entrare in possesso delle chiavi private, o dei wallet, i suoi token semplicemente non potranno passare in eredità a nessuno. Rimarranno fermi per sempre sulla blockchain.
Quello che si dovrebbe fare è trovare un modo per assicurarsi che, dopo la propria morte, i propri eredi designati entrino in possesso delle chiavi private degli indirizzi pubblici in cui sono conservati i token, o dei seed per il recupero dei wallet, o dell’accesso ai wallet (ad esempio quelli online). Un modo potrebbe essere quello di allegare al testamento una busta sigillata con dentro le chiavi private (che sono solo codici alfanumerici), verificando di averli riportati correttamente prima di sigillare la busta. A quel punto quando verrà aperto il testamento la busta sigillata verrà consegnata all’erede, che potrà aprirla e utilizzare le chiavi private per recuperare i wallet in cui sono conservati i token. In questo modo ne potrà prendere pieno possesso.
Resta da capire se su questo tipo di operazioni ci siano delle tasse di successione, ma questo è tutto un altro discorso…