Il “problema” attuale del mercato di Bitcoin sono i cosiddetti “volumi“, ovvero la somma degli importi scambiati.
Come si evince dal grafico degli ultimi 2 anni i volumi attuali sono tornati ai livelli di settembre 2017, ovvero quasi un anno fa. Anzi, sono inferiori anche rispetto a quelli di agosto 2017, più o meno in linea esattamente con quelli di un anno fa, luglio 2017.
In altre parole non solo la bolla speculativa è scoppiata, ma è come se il viaggio di Bitcoin fosse ripartito da prima che la bolla si formasse (anche se allora il prezzo si aggirava attorno a 2.500 dollari, e non a 6.500 come ora).
Quando i volumi sono bassi (soprattutto rispetto al prezzo) è facile che movimenti anche di dimensioni relativamente ridotte possano avere impatto sul prezzo stesso. Lo si vede bene dal grafico delle ultime 24 ore: il prezzo è davvero “nervoso”, con continui picchi in su ed in giù. La volatilità rimane non particolarmente elevata, ma nel range di oscillazione si verificano continui micro-picchi.
La domanda è: fino a quando durerà questa situazione? Non si sa, e probabilmente in questo momento nessuno è in grado di prevederlo con ragionevole certezza. Quello che però possiamo vedere è che Bitcoin oggi vale più di un anno fa, quando i volumi di scambio erano comprabili. In fondo questo è un buon segno.