Marco Cavicchioli
Ieri sono uscite un paio di notizie che fanno presumere che stia per cambiare lo scenario macro sul quale si basa l’attuale trend del prezzo di Bitcoin.
La prima è che in Cina non solo non c’è inflazione, ma c’è addirittura il rischio di andare in deflazione.
La seconda è che il governo cinese sembra stia valutando di dare il via ad un pacchetto di stimoli per l’economia locale, anche perchè alcune banche cinesi sono in crisi.
Nel caso in cui i cinesi decidessero di optare per un QE, il prezzo di Bitcoin potrebbe trarne notevolmente giovamento.
In altri termini, se la Cina decidesse di creare denaro dal nulla e distribuirlo sui mercati per combattere il rischio deflazione e per stimolare l’economia, la liquidità sui mercati asiatici aumenterebbe, favorendo Bitcoin.
D’altronde nel 2020/2021 furono proprio i QE della banca centrale americana (Fed) e di quella europea (BCE) a favorire il verificarsi di un’enorme bullrun sui mercati crypto. La Cina in quel biennio invece non fece alcun QE particolarmente significativo.
L’anno prossimo (2024) ci sarà il quarto halving di Bitcoin, così come nel 2020 ci fu il terzo, e fino ad oggi ogni halving è stato seguito l’anno dopo da una grande bullrun.
Pertanto pur non essendoci probabilmente QE in USA ed Europa nel biennio 2024/2025, potrebbe essercene uno importante in Cina, e questo potrebbe avere un impatto simile a quelli del 2020/2021.
E forse non è nemmeno un caso che proprio oggi, dopo la riaperture delle borse asiatiche dopo il weekend, il prezzo di Bitcoin sia salito del 5% con le borse europee ed americane ancora chiuse, e proprio mentre la borsa di Hong Kong faceva registrare un -0,6% in meno di un’ora e quella di Shanghai un -0,5% in meno di un’ora e mezza.
Sebbene non sia affatto detto che la Cina farà un QE, i mercati sembrano crederci…
Ah, per seguire questa importante evoluzione degli eventi, in modo da capire quanto prima se la Cina farà davvero un QE oppure no, vi invito a seguirmi su X: Twitter.com/Cavicchioli.
