Il 17 Dicembre 2017 sul Sole 24 Ore Carlo Piana scriveva: “Se [il Bitcoin] dovesse mai raggiungere la maturità e diventare currency, la bolla non scoppierebbe mai“.
In realtà questa affermazione sottintende un concetto più ampio: “Se il Bitcoin diventerà uno strumento finanziario ampiamente utilizzato, la bolla non scoppierà”.
Infatti esiste la possibilità che Bitcoin possa diventare uno strumento finanziario ampiamente utilizzato anche se non dovesse riuscire mai a diventare una moneta transazionale (ovvero, come dice Carlo Piana, una currency: una moneta per effettuare pagamenti quotidiani, come l’Euro). In particolare il Bitcoin è una riserva di valore migliore dell’Euro: se dovesse essere questo il suo ruolo all’interno della (nuova) finanza globale, l’affermazione precedente potrebbe essere vera, e la bolla potrebbe non scoppiare mai. Pertanto non c’è bisogno che diventi currency: l’importante è che assuma un ruolo specifico come strumento finanziario, a prescindere da quale sia questo ruolo (moneta transazionale o riserva di valore).
Ma perchè Bitcoin potrebbe essere una riserva di valore migliore dell’Euro? (Attualmente lo è, ma non sappiamo se lo sarà ancora in futuro).
L’Euro è una moneta inflattiva. Ovvero l’obiettivo della Banca Centrale Europea, che lo emette e lo gestisce, è quello di tenere l’inflazione attorno al 2%. In particolare l’Euro non deve essere deflattivo, perchè la deflazione incrementa il valore reale dei debiti (anche se il valore nominale rimane lo stesso), e visto l’immenso ammontare dei debiti in Euro qualora si verificasse deflazione in questa valuta un numero elevatissimo di debiti diverrebbero insostenibili (a partire da quelli pubblici). Quindi l’Euro non può, e non deve, diventare una moneta deflattiva.
Le monete inflattive hanno però un rovescio della medaglia: inevitabilmente perdono di valore nel tempo. Ovvero pur rimanendo immutato il loro valore nominale (50 euro sono sempre, e sempre saranno, 50 euro) diminuisce il loro potere di acquisto (a causa dell’aumento dei prezzi). Ricordiamo infatti che “inflazione” non significa altro che aumento dei prezzi, quindi l’obiettivo della BCE è mantenere un incremento di prezzi medio in Euro del 2% all’anno. Questo di fatto svaluta inevitabilmente l’Euro di circa il 2% all’anno. Pertanto tenere degli Euro fermi sul conto corrente bancario significa perdere circa il 2% all’anno. Per questo gli Euro non sono affatto una buona riserva di valore.
Bitcoin invece è stato creato per essere deflattivo. Ovvero è stato creato per avere un’emissione di nuova moneta controllata e addirittura limitata nel tempo. Ogni 4 anni l’emissione di moneta dimezza, e nel 2140 cesserà. Visto che l’inflazione si genera quando viene immessa troppa nuova moneta, il fatto che l’emissione di nuovi token BTC sia controllata e limitata nel tempo genera l’effetto contrario: la deflazione.
Pertanto da questo punto di vista Bitcoin è l’esatto opposto dell’Euro: non è adatto per il debito, ma lasciare i propri token “fermi sul conto” non solo non crea perdita di valore, ma addirittura lo accresce! In altre parole è (attualmente) una riserva di valore migliore dell’Euro.
Se le cose continueranno a stare così (ovvero se la natura deflattiva di Bitcoin si rivelerà essere solida e permanente) non converrà tenere Euro fermi sul conto tanto quanto invece converrà tenere token BTC. A quel punto il ruolo di Bitcoin sarà chiaro: diventerà una riserva di valore al posto dell’Euro (ovvero delle tradizionali monete legali, dette “fiat”). Se ciò dovesse accadere la bolla non scoppierà mai.