Fino al 13 novembre 2018, ovvero due giorni prima del fork, il valore di BCH si aggirava attorno ai 500 dollari, o poco più.
A partire dal 14 di novembre, a ridosso del fork, il valore ha iniziato a vacillare, scendendo a 400. Ma nei giorni successivi al fork è letteralmente crollato.
Ad oggi ci sono due criptovalute “eredi” di Bitcoin Cash: Bitcoin ABC (BAB), che molti chiamano semplicemente Bitcoin Cash (BCH), e Bitcoin SV (BSV). BCH vale poco più di 200 dollari, mentre BSV è crollato a 40.
In altre parole prese insieme le due nuove rivalutate ad oggi valgono meno della metà di BCH! Ed i guai non sono finiti…
Infatti entrambi i progetti stanno avendo dei seri problemi tecnici, dovuti proprio alle modifiche sul protocollo. Ricordiamo infatti che, invece, il protocollo di Bitcoin (BTC) ad esempio oramai è da più di un anno che non viene modificato, ed è molto difficile immaginare che potrà essere modificato in futuro. Le continue modifiche al protocollo non sono affatto un buon segnale di decentralizzazione, perchè se questi protocolli ambiscono a raggiungere una diffusione di massa devono essere solidi ed indiscutibili.
In altre parole le sofferenze di BCH non sono solo dovute alla speculazione o ad aspetti tecnologici, ma sono dovute anche ai dubbi che sempre di più si stanno diffondendo sulla sua evoluzione futura, che sembra sempre meno decentralizzata. E’ utile a tal punto ricordare che di valute non decentralizzate che funzionano meglio di BCH ce ne sono già in circolazione, ed una di queste (XRP) è attualmente la seconda criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, dietro al solo Bitcoin. Il futuro di Bitcoin Cash pertanto appare sempre più fosco.