Da qualche giorno Bitcoin è tornato sopra quota 7.000 dollari.
Ad inizio agosto era sceso nuovamente sotto questa quota, ma vi avevamo avvisato che quel calo era probabilmente dovuto ad un fraintendimento della decisione della SEC in merito agli ETF su Bitcoin. Ora che tutto sembra essere tornato “normale” il prezzo si è ripreso, rispetto ai picchi minimi di agosto, con volumi paragonabili a quelli di 4 mesi fa.
A dire il vero circolano voci moderatamente ottimistiche sul breve termine, anche se nessuna sembra essere confermata da previsioni autorevoli a supporto, tuttavia i problemi di iperinflazione di alcuni paesi, come il Venezuela, sembrano dare prospettive solide a questo incremento. Se infatti da un lato i problemi di iperinflazione di questi paesi non si risolveranno certo in pochi mesi, dall’altro lato proprio in questi paesi sempre più persone stanno utilizzando valute estere, o criptovalute, al posto della moneta locale inflazionata (oltre a Venezuela anche Iran e Turchia stanno soffrendo di problemi simili). Bisogna infatti tener conto del fatto che potrebbe non essere semplice convertire la valuta locale in altre monete fiat, come il dollaro americano, mentre ci sono di sicuro meno ostacoli a convertirla in criptovalute.
Detto questo, ovviamente è sempre molto difficile fare previsioni sull’andamento futuro del valore delle criptovalute, e l’assenza di previsioni autorevoli non aiuta certo a farsi un’idea di come potranno evolvere. Va però infine ricordato che il rinvio della SEC, che ad inizio agosto ha preso altro tempo per decidere sugli ETF di VanEck e SolidX (ovvero quelli proposti dal Cboe), potrebbe ripetersi a fine settembre, quando è presumibile che la SEC si prenda ulteriore tempo per decidere (può rimandare fino a febbraio 2019). Quindi è anche possibile che ciò che è accaduto ad inizio agosto si ripeta a fine settembre.