C’è un sito che misura il grado di volatilità del prezzo di Bitcoin negli ultimi 30 o 60 giorni: www.buybitcoinworldwide.com/volatility-index.
La volatilità è calcolata come la variabilità del prezzo nell’arco di tempo preso in considerazione: più è bassa, meno il prezzo è risultato variabile.
Prendete la serie ad un anno di questo grafico sia della volatilità del tasso di cambio BTC/USD a 30 giorni, che a 60 giorni: la volatilità a 30 giorni è al minimo storico da un anno a questa parte, mentre anche quella a 60 giorni si sta avvicinando al minimo!
Come potete vedere il picco c’è stato attorno a gennaio, poco dopo il formarsi della bolla speculativa di dicembre 2017, e poco prima che la bolla scoppiasse.
Da allora la volatilità è scesa costantemente, fino a tornare sui valori di un anno fa circa.
Se ampliate il periodo di tempo agli ultimi 5 anni scoprite che però in passato era inferiore, sebbene durante la precedente bolla (quella di fine 2013) fu addirittura superiore rispetto a quella della bolla di fine 2017.
Pertanto sembra che la volatilità di Bitcoin sia molto elevata durante i periodi di grande entusiasmo (quelli in cui si formano delle bolle speculative), mentre in tempi “normali” diminuisce parecchio. Ad oggi ad esempio la volatilità a 30 giorni è solamente del 2,8%, mentre quella a 60 giorni è del 3,6% (ma in calo).
Quindi se escludiamo i periodi di eccesso di entusiasmo, quando si formano le bolle, la volatilità del prezzo di Bitcoin non sembra poi così esagerata. Certo, è comunque alta, ma probabilmente non così tanto da poter spaventare gli investitori. Forse converrebbe ignorare questi periodi quando si fanno ragionamenti di lungo periodo sull’andamento del valore di Bitcoin, tanto è inevitabile che si formino, ed in genere quando scoppia una bolla speculativa il prezzo finale di Bitocoin rimane superiore a quello che aveva prima dello scoppio della bolla stessa (ovvero il valore che aveva prima che la volatilità iniziasse a crescere).