La criptovaluta di Ripple è XRP (Ripple è l’azienda). Su alcuni dei principali exchange del mondo, in primis gli americani Coinbase e Gemini, XRP non c’è.
Secondo Bloomberg l’azienda avrebbe chiesto proprio a Coinbase e Gemini di aggiungere XRP alle criptovalute scambiate offrendo in cambio del denaro. Ovvero, avrebbe cercato di “comprarsi” il listing… (ma senza successo).
Eppure XRP è la terza criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, davanti a Bitcoin Cash e Litecoin, entrambe listate ad esempio su Coinbase. Il problema è che non è una valuta decentralizzata, ma anzi assolutamente centralizzata: il sistema è di proprietà di una singola azienda (Ripple Labs, Inc.) che controlla e gestisce l’intera piattaforma. Invece le altre quattro listate su Coinbase sono tutte decentralizzate (anche se qualche dubbio sulla reale decentralizzazione di Bitcoin Cash è lecito averlo). Questa caratteristica probabilmente ha posto molti dubbi sia a Coinbase che a Gemini, che si sono rifiutate di accordarsi con Ripple per il listing di XRP.
Secondo Bloomberg la causa “tecnica” sarebbe l’incertezza riguardante l’eventuale definizione di XRP come “security”: per questo Ripple non è riuscita a convincere i principali exchange statunitensi, nonostante abbia offerto 100 milioni di sterline in XRP! Le cosiddette “security” in USA infatti sono normate in modo stretto e preciso: se XRP venisse considerato tale allora sarebbe trattato in modo simile alle azioni e quindi sarebbe consentito lo scambio negli Stati Uniti seguendo le norme del mercato azionario. Invece essendo XRP ancora considerato una “security non registrata” (ovvero più una criptovaluta che un’azione) sarebbe di fatto illegale per XRP apparire su una borsa statunitense.
Bloomberg inoltre aggiunge che “La SEC ha affermato che le piattaforme che servono come sedi di negoziazione per le risorse digitali considerate come titoli dovranno registrarsi presso l’agenzia come una borsa nazionale o beneficiare di un’esenzione”.
La situazione quindi è complicata. E’ probabile che sia Coinbase che Gemini potrebbero essere realmente interessate ad offrire gli scambi in XRP ai propri clienti, ma alla luce di ciò è davvero un po’ difficile immaginare che scelgano di esporsi così tanto. Perlomeno fino a che non avranno invece ottenuto l’eventuale autorizzazione dalla SEC: in tal caso, se mai accadrà, la situazione sarà molto meno problematica.