Altro brusco calo di Bitcoin nelle ultime 24 ore: ora la quotazione è scesa sotto i 13mila dollari. Solo 5 giorni fa aveva raggiunto il picco massimo di 20mila, quindi da allora ha perso più del 35%.
Ricordiamo che Dan Morehead di Pantera Capital ha dichiarato che il prezzo sul breve periodo potrebbe addirittura dimezzarsi (ovvero perdere il 50%) prima di tornare a salire, ma che d’altro canto sul lungo periodo ad esempio Mike Novogratz prevede addirittura lo sfondamento di quota 40mila dollari.
Il calo di Bitcoin si sta portando dietro quasi tutte le altre principali cripto (tranne Ripple), tanto che la capitalizzazione complessiva è scesa sotto ai 500 miliardi di dollari, dopo aver superato ieri mattina addirittura i 650 (quindi con una perdita complessiva in 24 ore superiore al 45%).
Ma allora perchè Ripple invece tiene? Ieri addirittura ha toccato il nuovo picco massimo, superando per la prima volta quota 1$. Tra tutte le principali criptovalute oggi è l’unica che sta “tenendo” (ovvero sta perdendo molto poco rispetto alle altre).
Ripple infatti è una criptovaluta diversa dalle altre. Non è decentralizzata (ma gestita da una società), non è minabile (tutti i token sono già stati emessi), e tra tutte è quella che al momento è più utilizzata come strumento finanziario aldilà dell’utilizzo come asset speculativo. Anzi, l’obiettivo della società che la gestisce sarebbe proprio quello di farla diventare sempre più uno strumento finanziario, e sempre meno una asset speculativo.
Ripple è (già) una moneta digitale utilizzata da vari istituti finanziari (tra cui American Express) per i loro scambi cosiddetti “interbancari” (è un’alternativa più economica e veloce al sistema Swift), e questo la rende forse la meno speculativa di tutte le valute digitali.
Addirittura, visto il crollo di Bitcoin Cash, Ripple è diventata la terza maggiore valuta digitale per capitalizzazione, dietro solo a Bitcoin e Ehtereum.