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ZenCash, la piattaforma di privacy a tutto tondo che sfida i governi (e contiene un pizzico di Italia)

ZenCash

ZenCashQualche tempo fa abbiamo avuto già modo di parlarvi di ZenCash, grazie ad una soffiata della nostra solita affidabile fonte americana che non possiamo citare, e che consigliava di investire in questa nuova criptovaluta. Da allora sono passati solo 10 giorni, e questa cripto ha già guadagnato il 45%… 😉

Abbiamo avuto la fortuna di poter intervistare Luca Cermelli, Country Manager per l’Italia di ZenCash. Gli abbiamo chiesto di spiegarci meglio quali sono le caratteristiche di questa nuova criptovaluta, ed in cosa si differenzia dagli altri. Le risposte ci hanno lasciato a bocca aperta (ed abbiamo iniziato a comprendere perchè la nostra fonte americana la consiglia). Eccole…

ZenCash è una nuova criptovaluta nata da poco: quali sono i suoi obiettivi? Qual è la mission del progetto?

LC: Oggi viviamo in un mondo iper-regolamentato e sorvegliato, in cui miliardi di individui vengono privati dei propri diritti umani fondamentali quali la proprietà, la privacy, la libera associazione e l’accesso alle informazioni. La tecnologia per risolvere alcuni di questi problemi oggi esiste, e le prime implementazioni di Zen andranno esattamente in questo senso. Zen può essere considerato come un insieme di prodotti e servizi, costruito attorno ad una tecnologia che integra la zero-knowledge (criptazione dei dati) nel proprio nucleo di base. In qualità di sistema blockchain distribuito che sfrutta le ultime tecniche di anti censura, le comunicazioni completamente criptate, ed un modello sociale e di governance progettato per la sostenibilità di lungo termine, Zen porterà il proprio contributo a favore dei diritti umani in tema di privacy, provvedendo a fornire l’infrastruttura di rete necessaria per permettere alle persone di collaborare in modo sicuro e creare valore all’interno di un ecosistema senza confini. La nostra missione consiste quindi nell’integrare le più recenti tecnologie disponibili nel post-Satoshi con un set di strutture decentralizzate per il miglioramento della vita di tutti.

Chi c’è dietro il progetto?

Dietro a ZenCash ci sono persone mosse da motivazioni ed ideali, e volte a perseguire la mission descritta sopra. Il progetto è partito grazie a Robert Viglione, Rolf Verluis e Jane Lippencott, individui dall’eccellente background accademico, militare ed imprenditoriale. Successivamente il team si è allargato con l’inserimento di molte persone dal profilo tecnico, per poi proseguire la crescita con risorse in ambito marketing. Uno degli aspetti più positivi di questo progetto è dato dalla facilità di interazione con le persone che fanno parte di Zen. Siamo raggiungibili su tanti canali diversi, e siamo sempre pronti a rispondere ed aiutare chi si interessa a Zen. Cerchiamo di essere il più possibile coinvolti nella community, con l’obiettivo di rimanere trasparenti verso il pubblico.

In cosa si differenzia maggiormente ZenCash da altre criptovalute come ad esempio Zcash o Monero?

Questa domanda meriterebbe un’analisi molto approfondita, con un confronto sulle singole caratteristiche e funzionalità dei diversi progetti. Cercherò di rimanere ad un livello di dettaglio un po’ più alto, per non entrare troppo nel tecnico.

Le prime monete che hanno trattato il tema relativo alla privacy hanno affrontato ciascuna un piccolo pezzo del puzzle:

  • Zcash mira a mantenere le transazioni segrete;
  • Dash vuole essere una valuta commerciale con la possibilità di tutelare la privacy;
  • Monero punta ad essere una moneta digitale non rintracciabile.

Nelle loro rispettive nicchie di mercato, tutti questi progetti hanno avuto un grande successo. Tutti quanti, però, presentano delle evidenti debolezze:

  1. Modello di raccolta fondi inadeguato: qui mi riferisco specialmente a Monero, in cui viene chiesto ai developer di donare il proprio tempo al progetto, senza essere pagati per farlo.
  2. Sistema non completamente sicuro: questi progetti non sono così anonimi come vengono spesso pubblicizzati. Nessuna criptovaluta, ad oggi, implementa il sistema di crittografia end-to-end.
  3. Possibili blocchi al sistema: in alcuni Paesi del mondo i governi si stanno mostrando ostili nei confronti delle criptovalute, ed accedere ai propri Zcash, Dash e Monero potrebbe un giorno non essere così semplice come lo è oggi.
  4. Gestiscono solo i pagamenti: tutti questi progetti sono circoscrivibili al mero trasferimento del denaro.

ZenCash è, a nostro modo di vedere, un progetto migliore dei tre sopracitati. Questo perché:

  1. Presenta un modello di raccolta fondi adeguato alla sostenibilità di lungo termine: l’88% dei mining rewards va ai miner, mentre il restante 12% va alla fondazione ZenCash che può così allargare il proprio team e lavorare su progetti complessi senza problemi di liquidità.
  2. Risolve i problemi di sicurezza del sistema introducendo un meccanismo di crittografia end-to-end mediante l’implementazione degli innovativi “Secure Nodes”, il cui rilascio previsto è imminente: 30 novembre 2017. Sarà la prima valuta ad avere questa funzionalità.
  3. È in grado di prevenire eventuali blocchi governativi grazie alla caratteristica denominata “Domain Fronting”, che può far apparire un dominio (sito) che si sta tentando di accedere come se fosse un dominio diverso. Ad esempio, se si è in Russia e si sta tentando di accedere al proprio wallet, il domain fronting potrebbe far sì che la richiesta appaia come una richiesta di accesso ad un sito sicuramente approvato. ZenCash è oggi l’unica criptovaluta a prevedere questa feature.
  4. Si presenta come una piattaforma di privacy a tutto tondo: ZenCash non serve solamente a gestire pagamenti, ma trova anche altre applicazioni. Ad esempio con ZenTalk si possono inviare messaggi completamente privati in maniera sicura, con ZenPub si possono pubblicare documenti in forma assolutamente anonima… e molto altro ancora!

Concludendo, si può quindi affermare che ZenCash punta a competere con le valute esistenti in ambito privacy, portando un ventaglio di nuove caratteristiche che renderanno il progetto molto appetibile sia per gli investitori che per gli sviluppatori che vorranno creare delle future applicazioni sull’infrastruttura.

Quali sono i maggiori punti di forza di ZenCash che potrebbero garantirle una buona diffusione ed una buona richiesta di mercato?

La fondazione di ZenCash, come citato precedentemente, dispone di un’ottima liquidità per investimenti non soltanto sullo sviluppo tecnologico, ma anche in ambito marketing e comunicazione. Al momento il progetto è ancora semi-sconosciuto, ma sono passati solo 6 mesi dalla nascita della moneta. La diffusione arriverà con il tempo, e la richiesta di mercato crescerà di conseguenza. Uno dei momenti chiave per la crescita del valore potrebbe essere il rilascio dei Secure Node previsto per il 30 novembre 2017. Tutti coloro che decideranno di ospitare un Secure Node saranno remunerati per la propria attività, e questo potrebbe attirare l’interesse di molte persone.

Visto che è molto curiosa l’esistenza di un Country Manager per l’Italia per una criptovaluta così giovane, quale ruolo pensate che possa giocare il nostro paese nel vostro progetto?

Il mercato italiano è stato aperto in quanto l’Italia è uno di quei Paesi dove troppo spesso i valori fondamentali a cui si faceva riferimento prima, ossia la proprietà, la privacy e l’accesso alle informazioni, vengono violati. Riteniamo che Zen in Italia troverà, nel corso del tempo, molti ambiti applicativi. Inoltre non va dimenticato che il cofounder Robert Viglione, come suggerisce il suo cognome, è di origini italiane ed è molto legato al nostro Paese, tanto da intraprendere il processo per ottenerne la cittadinanza. Possiamo quindi considerare ZenCash come un progetto a tutti gli effetti anche italiano, almeno in parte. Il mercato italiano non è certamente grande, per dimensioni in termini di persone e di volumi, come quello di altri Paesi, ma sarà uno dei più interessanti da seguire nel 2018.

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