Il Bitcoin in realtà non c’entra nulla con le cosiddette “catene di Sant’Antonio”. Semmai potrebbe avere un senso invece domandarsi se non sia un cosiddetto “Schema Ponzi”.
Infatti la “catena di Sant’Antonio” in realtà è solo un “sistema per propagare un messaggio inducendo il destinatario a produrne molteplici copie da spedire a propria volta a nuovi destinatari” (fonte Wikipedia). Quindi non c’entra nulla con una tecnologia per creare e distribuire moneta.
Invece uno “schema Ponzi” è un “modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa” (fonte Wikipedia).
Quindi non ha alcun senso confrontare una criptovaluta con una catena di Sant’Antonio. Ma in realtà è scorretto anche definirle uno schema Ponzi.
Infatti:
- Il Bitcoin non prevede “reclutamenti”
- Non è un modello di vendita, ma una moneta
- Non promette nulla
- Non si sostiene con continui incrementi di valore
- Continuerebbe ad esistere anche in caso di crollo del valore (è già successo ben 2 volte).
Esiste addirittura un rapporto ufficiale della Banca Mondiale che evidenzia che il Bitcoin non può essere considerato uno schema Ponzi. Quindi sebbene possa ancora essere considerato una bolla, di sicuro non ha alcun senso paragonarlo ad una catena di Sant’Antonio, e possiamo affermare indubbiamente che non è nemmeno uno schema Ponzi.