In questi giorni sta emergendo una vera e propria carenza all’interno del settore crypto italiano, ovvero la mancanza di un’associazione di categoria.
Non mi sto riferendo ad un movimento politico fatto dagli utenti o dai sostenitori italiani delle criptovalute, ma di un’associazione che rappresenti di fronte alle autorità l’intera industria italiana delle criptovalute e della blockchain.
Se avete seguito la vicenda tutta italiana dell’aumento della tassazione sulle plusvalenze crypto dal 26% al 42% vi sarete resi conto sia di quanto possa essere deleteria una misura simile per l’intero comparto nazionale. Ma vi sarete anche accorti che la politica italiana non trova una controparte con cui negoziare una modifica.
Il settore crypto italiano (intendo gli operatori del settore, e non gli utenti o gli investitori) attualmente è disunito, perchè ancora molto giovane, e di fatto può interagire con le autorità solo grazie all’iniziativa di più singoli che si muovono in ordine sparso.
Serve pertanto un’unica “potente” voce in grado di negoziare con il governo italiano forte della rappresentanza dell’intero settore. Serve, in poche parole, un’associazione di categoria dell’industria crypto italiana.
Tale associazione dovrebbero crearla e gestirla le principali aziende italiane del settore, quindi di certo non io. Io però, se vogliono, mi metto a disposizione per farla conoscere pubblicamente a quante più persone possibile.
Tutt’altra cosa sarebbe invece un movimento politico di utenti e sostenitori che avesse come scopo quello di promuovere queste tecnologie a livello politico, ma in questo momento è molto più urgente l’associazione di categoria. Ricordo infatti che entro fine anno la manovra finanziaria verrà approvata, e credo che probabilmente conterrà l’aumento della tassazione crypto.
Le aziende crypto italiane che volessero impegnarsi a creare in tempi brevi un’associazione di categoria per presentarsi al governo uniti, così da negoziare modifiche alla manovra, possono contattarmi privatamente per illustrarmi le loro proposte. Io mi impegnerò a dare visibilità a quelle di più ampia portata (anche se alla fine converrebbe creare un’unica associazione di categoria che rappresenti tutte le aziende del settore in Italia).