Marco Cavicchioli
Giusto ieri vi riferivo che Coinbase ha ricevuto un avviso dalla SEC relativo ad un’ispezione.
La nota dolente sembra essere l’ipotesi che stiano vendendo security non registrate, ovvero contratti di investimento venduti in modo illecito perchè richiederebbero un’esplicita approvazione della SEC stessa.
Quali sarebbero questi contratti di investimento? Tutte quelle criptovalute che promettono guadagni ai loro investitori ottenibili solo grazie agli sforzi di chi quelle criptovalute le mette sul mercato.
Tranne Bitcoin, sembra che tutte le altre criptovalute siano a rischio, escluse ovviamente le stablecoin che non promettono alcun guadagno.
Non è quindi un caso che ieri il titolo Coinbase in borsa abbia perso il 14% in una sola sessione di contrattazioni. Ma c’è di peggio.
Stando ai dati riportati su Dataroma, negli ultimi 30 giorni gli insider di Coinbase hanno venduto azioni della società per un importo complessivo di 7,4 milioni di dollari, ben prima di aver ricevuto l’avviso della SEC. Tra questi insider c’è anche il CEO Brian Armstrong, oltre ad altri importanti dirigenti della società.
Da notare tuttavia che anche dopo il calo di ieri il prezzo è rimasto sopra i 66$, ovvero un livello superiore a quello toccato a maggio dell’anno scorso dopo l’implosione dell’ecosistema Terra/Luna (53$).
Il livello di prezzo attuale quindi non spaventa affatto, mentre invece la vendita di azioni da parte del CEO e di altri insider sì.
La paura è che la SEC prima o poi riuscirà ad obbligare l’exchange a delistare tutte le criptovalute ritenute security, così come per tutti gli altri exchange che si rivolgono al mercato statunitense. Bitcoin sopravvivrebbe, ma per gli exchange centralizzati sarebbero tempi duri (anzi, durissimi).
